venerdì 28 gennaio 2011

la settimana di Beppe Grillo

Parlare male della Lega è facile, troppo
facile. Nata per la secessione, ha
ripiegato sul federalismo, quindi è
diventata il pilastro di un centralismo,
aiutato dal manganello, mai visto dai
tempi di Mussolini. Odiava Roma ed è
attaccata alle mammelle di Roma come
e più di un Mastella qualsiasi. Era contro
la mafia e si è alleata con Dell'Utri
(Berlusconi è solo una controfigura). Ha
tuonato contro i terùn e ora la Lombardia
è un feudo della 'ndrangheta e i testimoni
di giustizia sono rapiti in piena Milano e
sciolti nell'acido. Era per la riduzione
delle tasse e abbiamo la tassazione più
alta d'Europa. L'unica tassa federale, l'Ici
che finiva nelle casse dei Comuni, l'ha
abolita Tremorti, il commercialista di
fiducia del senatùr. Anelava il ritorno alle
origini celtiche, con tanto di mucche,
latte, campi di grano e macro corna
vichinghe sul capo, ma l'allevamento e
l'agricoltura stanno scomparendo
insieme ai terreni cementificati grazie
alle licenze edilizie concesse dai sindaci
leghisti. Casini al confronto è un uomo di
parola. Scilipoti una persona di coerenza
cristallina. Veltroni un condottiero. Di
fronte a cotante balle, terminate
inevitabilmente con fallimenti a catena, la
Lega sembra più forte che mai. In realtà i
suoi voti, in termini assoluti, stanno
diminuendo elezione dopo elezione. Il
consenso reale cala, ma il suo peso
politico, data la debolezza del Pdl,
aumenta. E' come un febbrone che
colpisce l'organismo quando si
indebolisce e l'Italia è sempre più debole.
Basta un sotto virus del varesotto per
metterla a letto. La Lega non dura. Dura
minga. Non può durare.
Intervista a Leonardo Facco, autore di
"Umberto Magno"
Lega: chiacchiere e distintivo
"Sono Leonardo Facco, l’autore di
“Umberto Magno”, la vera storia
dell’imperatore della Padania, una
biografia non autorizzata su un Umberto
Bossi. E’ un libro che nasce per fare un
po’ di chiarezza visto che mi pare che
nell’opinione pubblica oggi in merito alla
Lega Nord ci siano parecchi punti oscuri
“Umberto Magno” mette in scena la saga
più italiana di tutte le saghe, il fatto è che
è stata trasformata questa saga italiana
in salsa padana e quindi si cerca di far
notare una certa differenza da parte
della Lega Nord rispetto al mal costume
di altri partiti politici. La realtà è molto
ben peggiore anche rispetto a tanti altri
partiti politici, questo libro esce in questo
momento particolare per tre motivi
essenziali: il primo perché mi sembrava
doveroso mettere in chiaro, intanto che
la Lega Nord non è un partito, la Lega
Nord è la piccola aziendina di Umberto
Bossi, nessuno ha mai avuto voce in
capitolo all’interno della Lega Nord, è
sempre e solo stato Umberto Bossi a
decidere Il primo capitolo del mio libro
si intitola “Il cialtrone” e lo definisco il
cialtrone per due motivi: intanto perché il
termine è stato sdoganato da quello che
viene considerato il più importante
alleato di Umberto Bossi, cioè Giulio
Tremonti che ha dato dei cialtroni a altri
politici; il secondo motivo perché non
amando la neolingua, ho preso il
vocabolario Treccani e alla definizione
“cialtrone” si legge “di persona volgare,
spregevole, arrogante, poco seria,
trasandata, priva di serietà e di
correttezza nei rapporti personali e che
manca di parola nei rapporti di lavoro” a
ogni singolo lemma nel libro metto una
nota, spiegando esattamente come
queste parole corrispondono
esattamente all’identikit di Umberto
Bossi. E poi c’è un motivo
fondamentale: è adesso che la Lega si
sente particolarmente forte, è adesso
che la Lega dimostra tutta la sua
arroganza per quanto riguarda il sistema
politico italiano e la dimostra ogni giorno,
in tantissimi aspetti e qui entriamo nello
specifico punto del Signor Umberto
Bossi, la Lega ha 26 anni di storia, non è
un partito nato tre anni fa, non è un
partito o un movimento con pochi mesi di
storia, in questi 26 anni abbiamo sentito
dichiarazioni di ogni tipo trasformate da
Umberto Bossi in programmi politici,
Bossi è stato autonomista, è stato
federalista, secessionista, è stato a
favore del Lombardo Veneto, della
devolution, ciò che bisogna sapere è che
nessuno dei programmi leghisti,
nessuno, quindi assolutamente nessun
risultato è mai stato ottenuto. A questo
si aggiunga il fatto che almeno in 18 anni
perché è dal 1992 che la Lega Nord è
assurta al grande palcoscenico
nazionale quando in piena Tangentopoli
il 5 aprile 1992, la Lega prende l’8,4%. In
questi 18 anni la prorompenza
“riformista” della Lega Nord, ha fatto sì
che questo paese peggiorasse
solamente, se prendete qualsiasi tipo di
dato, macro e microeconomico, vi
accorgerete che l’Italia del 1992 era
meglio e meno corrotta dell’Italia di oggi,
anche la corruzione è uno dei fattori che
hanno a che fare con la Lega. Nel libro
suddivido in tanti capitoli tutte queste
sfaccettature e c’è un capitolo che si
intitola “Era giacobino” non
dimentichiamolo, nel 1992 stava fuori dal
Palazzo di Giustizia di Milano con i
banchetti a incitare Di Pietro, la Lega
Nord. La Lega Nord e Umberto Bossi
hanno votato tutte, e dico tutte, senza
esclusione alcuna, le leggi ad personam
per Silvio Berlusconi. Nel libro racconto
nel dettaglio con nomi e cognomi tutti i
leghisti che sono entrati a far parte di
istituzioni pubbliche o parapubbliche o
partecipate, senza contare la RAI. Bossi,
ero presente ai suoi comizi, inneggiava a
far saltare i ripetitori della RAI, oggi è un
ricettacolo di leghisti è piena di giornalisti
o di amici della Lega, questo è la Lega
Nord, un partito che rappresenta
l’involuzione della politica e non
l’evoluzione in piccolo quello che in
fondo rappresenta il berlusconismo, il
partito azienda fatto a misura per il suo
leader, non è un caso che in 26 anni di
Lega Nord non ci sia stata mai dialettica
all’interno del movimento, non è un caso
che all’interno della Lega Nord non sia
mai nato un delfino, ma esiste una trota
oggi che è, guarda caso, il figlio di
Bossi!Cosa ne sarà della Lega?
Tra l’altro oggi la Lega è condotta
soprattutto da chi, dopo la malattia di
Umberto Bossi, gli si è stretto attorno e si
tratta soprattutto di due persone e sono
la seconda moglie Manuela Marrone e
quella che tutti quanti indistintamente
negli ambienti chiamano la “badante”,
Rosy Mauro, la Vicepresidente del
Senato. E’ attorno a questa piccola corte
che oggi si cerca di utilizzare Umberto
Bossi come immagine per far vedere che
è sempre lui il capo, ma le trame che
stanno dietro sono ben altre, sono legate
a una piccola cerchia di persone che
fanno parte a quel potere locale varesino
che è la zona da cui arriva Umberto
Bossi e poi ancora c’è un capitolo finale,
nel quale racconto una serie di fatti
esclusivi. Nel libro ci sono parecchie
documentazioni esclusive riportate e
ricordate, che riguardano il modo di
comportarsi di Umberto Bossi, oggi si
parla tanto di Bunga Bunga, di escort,
Umberto Bossi alla fine degli anni 90
parlava di famiglia naturale, se la
prendeva con i gay, parlava addirittura di
messe in latino. Nella realtà Umberto
Bossi è una persona che se ne è
altamente fregato della famiglia e dei
figli, soprattutto dal punto di vista
comportamentale e molte delle
cortigiane che hanno girato intorno a
Umberto Bossi, hanno ottenuto posti
molto importanti, sono persone che
senza arte né parte, ma come spesso
succede in politica, riescono a ottenere
posti di potere, c’era qualcuno che
diceva che i migliori non stanno in
politica perché se ci fossero dei migliori
in politica, il libero mercato se li
porterebbe via, la Lega esemplifica tutto
questo! In questo libro è una specie di
pilastro per capire tutti gli avvenimenti di
oggi che riguardano i leghisti, perché il
mal costume leghista emerge ogni
giorno, in continuazione, ci sono fatti di
corruzione, denunce contro leghisti,
malversazioni di denari pubblici in
continuazione, ma per capire i fatti di
oggi bisogna capire qual è la radice, la
matrice di questo mal costume risiede in
una persona sola, Umberto Bossi, colui
che ha fatto e disfatto nella Lega come
meglio ha voluto. Cosa succederà poi
della Lega? Intanto tutto dipende da
cosa sarà di Umberto Bossi, è chiaro che
dopo la malattia, tra l’altro sfato una delle
leggende metropolitane che dicono che
Umberto Bossi ha avuto il malore perché
stava con un importante soubrette, dalle
verifiche, dalle interviste che ho fatto,
dalle ricerche documentali, le cose non
stanno in questi termini, però Umberto
Bossi è uscito da quell’ictus del 2004
sicuramente in maniera diversa, è una
persona che ha un’autonomia di qualche
decina di minuti, non è più quel leader
che con la voce roboante cercava a
Pontida di inneggiare contro Roma
ladrona, anzi, le tette della lupa romana
sono importantissime per la Lega,
soltanto nell’ultimo bilancio la Lega ha
ricevuto 18 milioni di Euro di
finanziamenti pubblici, lei che si
schierava contro il finanziamento
pubblico. Cosa ne sarà dunque della
Lega? Tutto dipende da cosa ne sarà di
Bossi, perché in Lega non è stato
costruito assolutamente nulla, non c’è un
progetto politico vero, è sempre stata
una serie di slogan probabilmente la
Lega non ha futuro e questa è, una tesi
mia, la Lega non ha futuro e dico
“fortunatamente”, perché finché ci sarà la
Lega non sarà possibile il riformismo in
questo paese, la Lega non ha futuro

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